Nonna


La caccia era chiusa da 8 ore. La mattina seguente un cane, legato a un palo alla periferia di un paese qua vicino, si guardava attorno quasi come a pensare che il suo sfruttatore di riferimento sarebbe quantomeno tornato a riprenderla. Non ci ricordiamo neppure come si svolse, la diatriba burocratica con il vigile urbano di quel comune, che forse al tempo non aveva nemmeno mezzo straccio di convenzione con un servizio veterinario di prima assistenza. Si, la prendemmo noi, Nonna. Inutile sprecare inutili parole sul probabile detentore, inutile minacciare denunce d´abbandono contro ignoti. Perché, spesso e volentieri, in alcuni posti funziona cosí: il maltrattamento e l´abbandono vengono tollerati (con tendenze omertose) dalle comunitá di appartenenza. Inutile nascondersi dietro un dito. Non negate questa solidarietá in atto. In fondo, ti risponderebbero anche che tutto sommato avremmo dovuto ringraziarlo, quel detentore. In fondo, Nonna era ancora viva. Nonna non serviva piú, palesemente abusata per una vita nella riproduzione dozzinale di cucciolate a basso profitto per soddisfare quel piccolo mercato di aspiranti cacciatori poco avvezzi a mettere mano al portafoglio per portarsi a casa l´esemplare di tendenza o di alta genealogia. Cani rubati e nascosti, spesso a catena, in qualche orto lontano dal paese o in gabbie pseudo-militari nei retrobottega domestici. E’ stata con noi forse un anno, Nonna. Non aveva molta voglia di tessere nuove relazioni col gruppo. Una volta capito come si entrava in casa e ci si accaparrava una porzione di divano o di qualcos´altro di simile al morbido, lei era posto cosí. Non abbiamo sicuramente compensato il suo passato, ma almeno le abbiamo permesso di scegliere. Non avevamo certo speranze che venisse adottata: perché nessuno adotta cani anziani e malconci. Che te ne fai?